L’Abbazia Santa Maria di Pulsano è sorta intorno all’anno mille sulle rovine di un antichissimo insediamento, posto sul ciglio dell’altipiano garganico quasi sopra la città di Manfredonia e poco fuori dell’abitato di Monte S.Angelo, che da sempre è meta di pellegrinaggi da tutta Europa per la fama del suo Santuario.
Dopo molti secoli e alterne vicende – come il passaggio tra diverse congregazioni – ha conosciuto a partire dall’inizio del ventesimo secolo un progressivo abbandono che l’ha portata ad essere spogliata di ogni vestigia e di ogni bene, fino ad essere ridotta allo stato di rudere.
Incantato dal posto e commosso dall’attaccamento che la popolazione continuava a mostrare verso l’Abbazia, il cui culto culminava ogni anno con una festa solenne l’8 settembre, Tommaso Federici si è a lungo adoperato per tentare di rifondarla.
Dopo molti anni, e molti tentativi, insieme ad alcuni suoi amici ed ex-studenti fedeli è riuscito a coronare il suo sogno di rifondare una comunità stabile di monaci; ciò ha consentito di dare avvio ai consistenti lavori di restauro da tempo programmati.
Oggi l’Abbazia ha recuperato gran parte del suo splendore e costituisce un centro di vita monastica bi-rituale (latina e bizantina) e di spiritualità, organicamente collegata alle Diocesi di Manfredonia-Vieste e di Piana degli Albanesi.
Credendo di interpretarne la volontà la Famiglia Federici ha disposto di dare sepoltura alle spoglie mortali di Tommaso nel cimitero dell’Abbazia, mentre la Fondazione ha deciso di trasferire la sua rilevante biblioteca presso la stessa Abbazia, dove una foresteria può dare accoglienza a chi intende passare un periodo di raccoglimento o di studio.
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